venerdì 10 aprile 2020

STEP #07 : L'azione nella poesia

Ciao a tutti e benvenuti in questo post riguardante il verbo "fondere" nella poesia!

Come nel precedente post, andremo a ricercare la nostra azione in alcuni testi, questa volta però saranno presi in considerazione i testi poetici. Iniziamo!

Il primo testo poetico in cui si trova la parola fondere è già stato analizzato nel POST #02 (Fondere : Torniamo alle origini), e si tratta della Divina Commedia di Dante Alighieri, quindi per chi si fosse perso il post può recuperarlo facilmente tramite il link inserito tra le parentesi.

Esiste una poesia di Giacomo Zanella, un poeta e traduttore italiano (1820-1888), chiamata "La bottega del fabbro", in cui l'autore descrive il personaggio e il mestiere del fabbro, professione strettamente legata al verbo fondere.

 Ecco la poesia :

Dall'alba a sera, di settimana
in settimana, sovra l'incude,
come i rintocchi d'una campana,
  suonano i colpi del martel rude;
sulle stridenti braci, il ventoso
mantice anela senza riposo.
I fanciulletti,  che dalla scuola 
tornano, all'uscio fermano il passo
e contemplando senza parola
stanno il martello, che or alto or basso
fuor della soglia correre a mille,
come la pula, fa le scintille.

Possiamo notare come il verbo fondere viene utilizzato nel corso dei secoli, infatti se nel 1200 Dante Alighieri usava l'azione nel significato di "versare", Giacomo Zanella nel IX secolo lo utilizza nella funzione del fabbro, quindi un significato più "industriale".

Questo post sulla poesia del verbo fondere finisce qui, ci vediamo alla prossima pubblicazione in cui andremo a ricercare il nostro verbo all'interno della storia della tecnologia sino al 500 d.C. .

A presto!



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